ABBINAMENTO #02
Via Saragozza
Bologna è famosa nel mondo per essere la città dei portici, quasi tutti antichissimi e con secoli di servizio a proteggere i Bolognesi dalla pioggia e dal sole.
L'itinerario che sale al santuario di San Luca, nel tratto che parte da Porta Saragozza, vanta una lunghezza record di 3.796 metri con un unico portico, compreso un attraversamento sopraelevato (e coperto) della strada in corrispondenza dell'arco del Meloncello.
I portici offrono riparo dalle intemperie e dal sole, permettendo di percorrere le strade con qualsiasi tempo. Inoltre costituivano anche un mezzo per l'espansione delle attività commerciali e artigianali, e rendevano più abitabili i piani terra, isolandoli dallo sporco e dai liquami delle strade.
Ancora oggi sotto il portico di via Saragozza si possono trovare molte attività commerciali, tra cui molti buoni ristoranti, enoteche, brasserie e pub. Studenti della vicina facoltà di ingegneria, professionisti e residenti del quartiere popolano i portici, chiacchierando, prendendo un caffè o un apertivo, mangiando e divertendosi.
Orsi Vigneto San Vito, Sui Lieviti
Uno vino quotidiano, che può entrare nella nostra vita in punta di piedi. Un amico umile e silenzioso, un evergreen che non può mancare in frigo.
Un "Pet Nat" dalla grande acidità (Petillant Naturel - spumante naturale da fermentazione sui lieviti) prodotto con uve tradizionali dei colli bolognesi. Federico Orsi propone un vino che da sempre accompagna la gastronomia emiliana e bolognese per bilanciarne l'opulenza e la grassezza, qui interpretato in chiave biodinamica per trasmettere appieno territorialità e carattere (l'azienda è certificata biologica e biodinamica sia in vigna che in cantina ma senza apporre alcun timbro in etichetta), senza filtrazione o chiarifica.
Da una base di Grechetto Gentile (vitigno autoctono dei Colli Bolognesi noto anche come Pignoletto) fermentato con i suoi lieviti indigeni in contenitori di cemento, il vino rifermenta poi in bottiglia con una percentuale del 5% del suo mosto.
Vino per una serata spensierata in buona compagnia.
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Enrico Brizzi, Jack Frusciante è uscito dal gruppo
Bologna, 1992. Alex D., diciassettenne colto figlio della buona borghesia, decide di "uscire dal gruppo", di rompere gli schemi, di fare un "salto" fuori dal "cerchio che ci hanno disegnato intorno". In una parola, sta crescendo. Lo fa attraverso le corse disperate in bicicletta su per le colline, la musica furiosa dei Sex Pistols e dei Red Hot Chili Peppers, l'amore di Adelaide, la sofferenza per la perdita di un amico. Senza gesti clamorosi, Alex volta le spalle a tutto e a tutti, in nome di un presente libero e felice, di una umanissima richiesta di autenticità. "Jack Frusciante è uscito dal gruppo" è ormai un piccolo classico contemporaneo, un libro che ha fatto la storia dell'editoria italiana. Nelle pagine di questo romanzo-manifesto adottato da diverse generazioni di adolescenti, un giovanissimo autore ha raccontato lo smarrimento e l'ardore della tarda adolescenza: una storia fresca e intensa, narrata senza filtri da una voce nuova, capace di fondere rabbia e ironia.
Un piccolo affresco italiano sul passaggio dall'adolescenza all'età adulta.