ABBINAMENTO #07
Piazza San Francesco
Questa piazza fu nel corso della sua storia il Sagrato di San Francesco, ovvero il cimitero della chiesa.
Fu con Napoleone che venne istituito il cimitero comunale, unico per tutta la città, e che sfruttò l’ex convento dei Certosini (la Certosa), fuori Bologna, nei pressi del Canale di Reno, espropriato e soppresso dal governo controllato da Napoleone stesso.
Anche la chiesa e il convento di San Francesco furono soggetti a soppressione ed esproprio, ed il sagrato cessò di essere sagrato, le tombe rimosse e dello spiazzo non rimase che un prato.
Piazza San Francesco è oggi uno dei luoghi di aggregazione per eccellenza della città, dove si affacciano le vie del Pratello, del Borghetto e De Marchi. E dove si affaccia la basilica di San Francesco, una chiesa dalla storia molto lunga e travagliata, la prima mai edificata in onore del Santo solo dieci anni dopo la sua morte. La chiesa conserva ancora i famosi sepolcri dei Glossatori: tre maestose arche dedicate agli illustri professori della medievale Università degli Studi.
Podere Riosto, 4U
Nei sotterranei di Villa Casalino si trova l’antica cantina che oggi, dopo un’accurata ristrutturazione, viene utilizzata dalla famiglia Galletti Franceschini per l’affinamento dei vini rossi in barrique e botti in rovere.
A partire dal 2008 con l’enologo Mariano Pancot è stata messa a punto una nuova cantina in località Torre con impianti tecnologici che permettono la realizzazione di processi di trasformazione delle uve bianche e rosse in vini di alta qualità. La particolare attenzione dell'azienda è focalizzata su vini bianchi fermi, frizzanti e spumanti ove si è potuto ottenere la massima espressione delle caratteristiche varietali del Pignoletto, Chardonnay e Sauvignon. Per i vini rossi, che trovano particolare espressione nel territorio di Riosto, si è fatta anche una sperimentazione sul vino autoctono che ha preso il nome di Vite del Fantini.
4U è un blend di 3 uve: Vite del Fantini, Merlot, Barbera, con rifermentazione in acciaio.
Delicato e fine, floreale, con sensazioni di marasca, prugna matura e frutti rossi.
Fine e gradevole, acidità nascosta da grande morbidezza, vino di facile bevibilità, persistente e stimolante.
Pier Vittorio Tondelli, Altri Libertini
"Il mare, il mare! Io non posso fermarmi qui, ho il mio odore da seguire, devo correre, l'autostrada mi aspetta."
Altri libertini ha avuto fin dagli inizi una vita avventurosa: pubblicato nel 1980, sequestrato per oscenità e poi assolto dal tribunale, è stato giudicato dalla critica una delle opere migliori del periodo e ha imposto Tondelli tra i nuovi autori italiani più letti anche all'estero. Nel descrivere il libro, Tondelli preferiva utilizzare la definizione di "romanzo a episodi". Ciascun racconto, pur restando narrativamente autosufficiente, trova difatti il suo compimento in un'unitarietà che «ha come filo comune l'esperienza dei giovani degli anni Settanta tra viaggi ad Amsterdam e Londra, droga, lotte studentesche, ricerca della propria identità, utopie di libertà». I sei episodi, presi nel loro complesso, definiscono pertanto una vera e propria soggettività plurale, un Noi narrativo che fa di questo romanzo un autentico ritratto generazionale.
Sullo sfondo della fauna scatenata che si muove nelle pagine di Tondelli c'è l'irrequietezza dell'ambiente studentesco bolognese, che al ‟realismo” della borghesia e alla rassegnazione del sottoproletariato oppone un vitalismo non eroico, ma disinibito e contagioso.